Roma - Ventotene in bici 1° edizione 17 luglio 2020

Questo è il racconto della nostra prima traversata in bicicletta, da Roma a Ventotene.

Non è una gita, non è una passeggiata, non è un diversivo, non è un’impresa sportiva: si tratta di arrivare a Ventotene perché inizia il corso di vela, punto. Fino a Formia si può andare in treno, si può prendere la corriera, si può andare in auto. Noi invece, da Roma, andiamo deciso di andare in bicicletta.

Perché?

Non che sia obbligatorio rispondere ma poiché non capita tutti i giorni di darsi appuntamento alle 5.20 del mattino al Colosseo e arrivare alle 7 di sera a Ventotene dopo aver pedalato per 120 km, incontrato gente, fatto due o tre colazioni, mangiato frittura di pesce fresco, bevuto birre, sudato parecchio per il caldo, preso sole e vento (contro, sempre contro), aver pensato di non farcela, aver progettato un assalto al treno e rischiato il collasso per l’aria condizionata della nave Don Francesco, forse vale la pena spiegare la cosa.

PERCHÉ  IN BICICLETTA

Durante la primavera dell’emergenza COVID-19, col gruppo di istruttori della scuola di vela abbiamo discusso di clima e abbiamo provato ad elencare le abitudini da cambiare per adattarsi ai cambiamenti climatici e per rallentare il surriscaldamento del pianeta.

Ai primi posti fra le abitudini da cambiare c’è il modo di spostarsi. Alla Lega Navale di Ventotene si impara ad usare la vela, la propulsione più ecologica ed efficiente per gli spostamenti in mare. Per gli spostamenti a terra, la sorella della vela è la bicicletta.

Perciò abbiamo deciso di affrontare la questione seriamente: possiamo usare la bicicletta come mezzo di trasporto universale, anche per le grandi distanze? A quanto pare sì, almeno a giudicare dal fatto che un gruppo di istruttori e di giovanissimi ragazzi si sono svegliati a Roma la mattina presto del 17 Luglio e, la sera stessa, hanno cenato nella foresteria della Lega Navale.

I NOSTRI PIANI

Non è andato tutto secondo i nostri piani: volevamo pedalare in bicicletta per tutti i 144 km che separano il Colosseo dal porto di Formia, e invece a Monte San Biagio siamo saliti sul treno per gli ultimi 20 km di strada ed essere sicuri di non perdere la nave delle 17.15.

Ma non importa: Formia era alla nostra portata e si tratta solo di calibrare meglio la sfida contro il tempo.

Importa invece tutto quello che abbiamo imparato pedalando sulla via Appia.

COSE CHE ABBIAMO IMPARATO

Bisogna pedalare in gruppo. Uscire da Roma all’alba in bicicletta è meraviglioso. Bisogna essere tanti e creare un piccolo blocco, o massa, di biciclette per farsi rispettare nel traffico: sette persone sono poche. Bisogna pedalare sempre in gruppo. Gli occhiali da sole sono utili. Non usare biciclette troppo grandi né troppo piccole: si sta scomodi e si fatica troppo. Pedalando a lungo si consumano molte energie: bisogna fermarsi spesso a bere e mangiare. A Cisterna di Latina c’è una bella fontanella in mezzo alla piazza principale. Il venerdì è giorno feriale e nelle strade in uscita da Roma, di mattina, c’è molto traffico, troppi mezzi pesanti, si inizia a pedalare bene dopo Campoleone. Bisogna portare tanta acqua da bere. La cooperativa dei pescatori a Terracina è un posto ottimo dove mangiare. Se hai la pelle chiara, bisogna avere una crema solare. Si deve pedalare sempre in gruppo compatto. Il vento in poppa aiuta anche in bicicletta, il vento contro è maledetto. Sono necessari gli attrezzi per piccole riparazioni e forature. Dopo le salite ci sono le discese. Il giorno dopo non fanno male le gambe. È utile decidere chi siano il primo e l’ultimo del gruppo. Bisogna pedalare sempre in gruppo compatto e uniti. Non c’è fretta, alle brutte si può prendere il treno. Dopo questo viaggio, Roma in bicicletta sembra molto più piccola.

E per concludere, le considerazioni di alcuni fra i sette partecipanti alla nostra prima traversata.

Simone: “Voglio una bicicletta nuova”

Pietro: “La prossima volta arriviamo fino a Formia”

Gabbo: “Forse potrei anche tornare a Roma in bicicletta”

Il bello di questo trasferimento in bici e che ci ha fatto venire voglia di rifarlo.

Indietro
Indietro

Dall'Africa a Ventotene per fare pace con il mare e con la vita

Avanti
Avanti

Come diventare esploratori del mondo